Ricca di fibre
Sono sempre più importanti l'apporto di fibre e altri micronutrienti nell' alimentazione dei nostri piccoli amici.
Con questo piatto vogliamo garantire ai nostri bambini il giusto apporto di questi nutrienti.
Abbiamo cercato di creare una ricetta appetitosa associando la pasta integrale, non sempre conosciuta dai bambini, con le noci.
Ingredienti:
sedano, carota, cipolla, pomodoro,olio e noci
Preparazione:
Tagliare la cipolla a fette sottilissime e metterla a soffriggere con un po di olio in una padella.
Intanto sminuzzare il sedano e la carota e aggiungere alla cipolla appena questa si è imbiondita.
Dopo qualche minuto aggiungere il pomodoro e cuocere a fuoco lento per 15 min circa.
Salare leggermente.
Mettere una pentola sul fuoco con tanta acqua, portare a bollore e salare
Nel frattempo sgusciare le noci e pulirle dal loro interno
Inserire il soffritto e le noci in un mixer per rendere il tutto a crema morbida possibilmente senza granulosità
Aggiungere un po di olio per amalgamare meglio il tutto
Buttare la pasta preferita .... mi raccomando ... integrale meglio se corta!
A cottura avvenuta scolare e condire con la crema di noci e pomodoro
Aggiungere un filo di olio, mescolare bene e servire spolverando con parmigiano reggiano.
E adesso... tutti a tavola!
Un piatto da mille e una notte
Ingredienti x 4 persone:
400 g garganelli paglia e fieno all'uovo
200 gr prosciutto di Parma
1 cipolle di Tropea
1 cucchiaio di farina
Olio di semi di girasole
Olio EVO
sale e pepe q.b.
parmigiano reggiano
Preparazione
Cominciamo col mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua.
Intanto tagliamo il prosciutto a striscioline dallo spessore di circa 5 mm e cuociamolo in una padellina senza condimento in modo che sciolga il proprio grasso.
Mescoliamo frequentemente fino a renderlo croccante.
Poi puliamo e tagliamo a strisce sottili la cipolla di Tropea
Passiamola nella farina e mettiamola in una padella con 4/5 cucchiaio di olio di semi di girasole ben caldo.
Facciamola rosolare finché la cipolla non sarà croccante.
Appena l'acqua bolle salarla e buttare i garganelli di due colori: bianco e verde
Scoliamoli al dente e trasferiamoli in una ciotola ampia.
Condiamola con il prosciutto croccante ancora bollente e mescoliamola accuratamente
Impiattiamo immediatamente.
Usiamo poi la cipolla croccante come guarnizione su ogni piatto prima di servire.
Volendo spolverare di parmigiano reggiano grattugiato.
E adesso... tutti a tavola!
A grande richiesta
Ecco una ricetta che ha avuto grande successo e moltissime richieste grande richiesta ecco la ricetta
Ingredienti
350 gr farina
210 gr zucchero
210 ml di olio di semi
3 uova
170 ml di latte
50 gr di granella di mandorle
1 dose di lievito
Preparazione:
mescolare zucchero, uovo, latte e olio.
Aggiungere farina e lievito e infine la granella di mandorle.
Cuocere a 180 gr per circa 50 minuti a forno ventilato.
E adesso ... buon appetito!
Per una merenda speciale
Ingredienti per 10 muffin
180 g di farina
60 g di zucchero
8 g di lievito per dolci
2 uova
60 g di noci sgusciate
40 di gocce di cioccolato fondente
50 ml di acqua
50 ml di olio di semi
Procedimento
Per prima cosa prendete le noci e fatele tostare in forno per 10 minuti a 180 gradi, nel frattempo prendete una ciotola e iniziate a mescolare tutti gli ingredienti a partire dalle uova e zucchero e poi seguite con gli altri. Prendete le noci tostate e con l'aiuto di un mortaio tritate grossolanamente le noci che unirete al composto preparato, prendete la teglia per i muffin, posizionate i pirottini e riempiteli per 3/4 del composto infornate a 180 gradi per 15 minuti.
Buona merenda a tutti!
Dolce goloso tipicamente emiliano
Ingredienti:
250g farina
50g burro
1uovo + 1 tuorlo
100g zucchero
1/2 bustina di lievito per dolci
scorza di limone
mostarda (circa mezzo vasetto)
zucchero per guarnire
Preparazione:
L'impasto si ottiene in maniera simile a quello di una frolla. Fare la fontana con la farina, tagliare a fiocchetti il burro ed strofinare con la punta delle dita fino ad ottenere uno sfarinato granuloso. Aggiungere lo zucchero, il lievito e rimescolare il tutto con una forchetta. Poi aggiungere la scorza di limone, l'uovo e il latte e impastare velocemente. Se l'impasto risultasse duro aggiungere pochissimo latte in modo da riuscire a formare la palla. Avvolgere nella pellicola e tenere in frigo per qualche oretta.
Stendere l'impasto in un rettangolo di circa 1/2 cm di spessore, stendere la mostarda lasciando circa 2 cm di bordo libero.
Ripiegare il lembo inferiore verso il centro e poi ripiegare il bordino indietro in modo da fare una linguetta.
Ripiegare ora il lembo superiore verso il centro coprendo quello inferiore, e per finire ripiegare i due lati in modo da dare una forma "a pacchetto". In questo modo la farcitura non esce durante la cottura.
Spennellare con un pochino d'acqua, spolverizzare con zucchero semolato e poi con zucchero in granella.
Cuocere a 170 per cinca 40 minuti, e comunque fino a quando non vedete che comincia a prendere colore.
Mmmmm... che bontà!
I bambini, si sa, sono "clienti" difficili ed esigenti. La maggior parte dei cibi sani e consigliabili non trova gradimento nel loro palato.
Se è complicato educare un adulto alla corretta alimentazione, lo è a maggior ragione con un bambino, per questo motivo esistono delle tecniche che puntano ad utilizzare il gioco per insegnare ai più piccoli l'importanza di una buona alimentazione.
La collaborazione tra asilo, scuola e famiglie è naturalmente fondamentale per un percorso educativo ottimale in questa delicata fase di crescita.
Attraverso attività ludico-didattiche si portano progressivamente i bambini alla scoperta del cibo e degli effetti benefici al proprio organismo.
L'educazione alimentare insegna a riconoscere i buoni dai cattivi alimenti, a comprendere le componenti nutritive di ciascuno e i momenti migliori per essere utilizzati, per questo deve partire in primo luogo dalle famiglie.
Questione di proporzioni
L'importanza reciproca di pranzo e cena è, purtroppo, spesso invertita: i bambini che mangiano nelle mense scolastiche tendono a non consumare l'intero pasto (spesso perché non gradito), mentre i genitori che lavorano riservano alla sera il menù più completo, favorendo così l'aumento di peso.
Durante la notte, infatti, il bambino non ha modo di smaltire le calorie in eccesso.
La colazione del mattino, spesso sottovalutata in Italia, è molto importante perché al risveglio, dopo una media di 10 ore di digiuno, l'organismo ha bisogno di "carburante" per ripartire.
Per fare una buona colazione, l'elemento chiave è il tempo. Alzarsi dieci minuti prima per sedersi a tavola è una strategia vincente: non solo si dà al bambino il tempo di svegliarsi con calma e di sentire gli effetti del digiuno notturno, ma si incentiva un inizio della giornata non troppo frenetico.
Una colazione scarsa innesca un vero e proprio circolo vizioso: è facile infatti che il bambino che non mangia al risveglio si butti affamato sulla merenda di metà mattina. Di conseguenza a pranzo non avrà fame. La merenda pomeridiana sarà quindi eccessivamente abbondante e la cena scarsa: in sostanza si sposta il bilancio nutrizionale verso gli spuntini di scarso valore a scapito dei pasti principali.
La merenda di metà mattina dovrebbe essere costituita da un frutto fresco o da semplice pane, meglio se integrale, che fornisce un buon apporto di carboidrati senza l'eccesso di zuccheri e grassi presente invece nelle merendine e nei biscotti.
Anche se spesso e volentieri la frutta e soprattutto la verdura viene vista in malo modo dal bambino un genitore deve sforzarsi il più possibile per abituarlo a consumare questi tipi di alimenti.
La frutta e la verdura non hanno mai controindicazioni e sono sempre consigliati dai dietisti vista la scarsa presenza di grassi e la vasta quantità di vitamine.
Ridurre al minimo la consumazione di merendine ricche di grassi ed evitare nella maniera più assoluta i fast food.
Abituare il bambino a dissetarsi utilizzando acqua piuttosto che succhi confezionati ricchi di zucchero, del quale sarebbe meglio limitarne l'uso. Consigliabili invece succhi di frutta come spremute fatte in casa.
È alquanto difficile stabilire con precisione da dove derivi il nome di questo salume.
Potrebbe derivare dall'espressione "sala come brisa", per l'uso che un tempo si faceva del sale nella conservazione e per il fatto che in Valchiavenna (valle vicina alla Valtellina) "brisa" indicava una ghiandola dei bovini fortemente salata.
Ma c'è chi riconduce l'origine di questo nome al termine "brasa" (in dialetto significa brace) poiché un tempo l'asciugamento del prodotto avveniva in locali riscaldati da bracieri alimentati con carbone di legna di abete e bacche di ginepro, timo e foglie di alloro.
Da "brisaola" il nome è poi mutato con gli anni in "bresaola".
La bresaola della Valtellina viene elaborata nella tradizionale zona di produzione che comprende l'intero territorio della provincia di Sondrio, ma le carni utilizzate possono provenire da bovini allevati e macellati in altre zone, anche e soprattutto d'importazione.
La bresaola si ricava dalle seguenti masse muscolari:
fesa: corrisponde alla porzione posteromediale della muscolatura della coscia e comprende il muscolo retto interno, il muscolo adduttore ed il muscolo semimembranoso
punta d'anca: è il taglio più pregiato, corrisponde alla parte della fesa privata del muscolo adduttore. Ha un peso minimo di 2,5–3 kg
sottofesa: corrisponde alla porzione posterolaterale della muscolatura della coscia e precisamente al muscolo lungo vasto e pesa almeno 2 kg
magatello: corrisponde alla porzione posterolaterale della muscolatura della coscia e più in particolare al muscolo semitendinoso e pesa almeno 1 kg
sottosso: corrisponde alla fascia anteriore della coscia, composta dal muscolo retto anteriore e dal muscolo vasto esterno, interno e intermedio (quadricipite femorale).
Ha avuto il riconoscimento IGP
L'IGP, l'Indicazione Geografica Protetta, è un marchio d'origine nato dall'Unione Europea per identificare i prodotti alimentari o agricoli le cui qualità, la reputazione e le caratteristiche sono imprescindibili dal territorio nel quale sono prodotti.
Secondo questo regolamento, il nome della regione, del territorio o del paese può dare al prodotto il nome che lo identifica, perché originario di quel preciso territorio, da cui prescindono le caratteristiche che rendono il prodotto peculiare; inoltre, il prodotto deve necessariamente essere creato o trasformato nella zona di produzione indicata nel disciplinare.
A differenza dei prodotti DOP, solo una delle fasi tra produzione, trasformazione ed elaborazione deve essere eseguita nel territorio di origine.
Il marchio IGP è nato per valorizzare il territorio italiano e i suoi prodotti tipici, proteggendoli da contraffazioni e uso improprio del marchio anche grazie a dei Consorzi di Tutela, nati appositamente per ogni prodotto IGP.
Per molto tempo gli alimenti a base di cereali integrali sono stati considerati «cibo dei poveri», in contrapposizione ai prodotti realizzati con farine raffinate. Ma non è così: mangiare integrale vuol dire fare il pieno di sostanze nutritive preziose per l'organismo. Le farine integrali sono ottenute preservando ogni parte del chicco. I cereali non raffinati sono una vera e propria miniera di sostanze preziose.
La fibra alimentare (solubile e insolubile) è certamente la loro componente più conosciuta e a lungo è stata considerata il nutriente più importante per la salute; in realtà sono moltissimi gli elementi presenti, tutti con significativi effetti protettivi sull'organismo. Non bastano, insomma, le sole fibre a spiegare i tanti benefìci delle farine integrali. Queste, infatti, apportano anche di carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali e composti antiossidanti che favoriscono il buon metabolismo, proteggono il cuore (con una diminuzione fino al 30% della possibilità di subire eventi cardiovascolari come l'infarto cardiaco), riducono il rischio di diabete (-25%) e sovrappeso, difendono l'organismo dalle infiammazioni e da alcuni tipi di tumore (in particolare quelli dell'intestino) e contrastano lo stress ossidativo.
L'endosperma, che costituisce la porzione maggiore del chicco, è ricco soprattutto di amidi, proteine, β-glucani, lipidi e minerali. Il pericarpo, ovvero quella parte che è comunemente definita "crusca", contiene la maggior parte delle fibre, oltre a vitamine del gruppo B (in particolare tiamina e niacina), minerali e una classe consistente di antiossidanti, tra cui l'acido ferulico e i flavonoidi. Quantità rilevanti di antiossidanti (quali i tocoferoli) sono presenti anche nel germe. Importanti studi epidemiologici hanno dimostrato una correlazione tra consumo di alimenti a base di cereali integrali e benefici per la salute.
Oltre agli effetti sull'intestino (protezione da neoplasie, patologie infiammatorie, stipsi cronica), sono stati dimostrati altri meccanismi biologici che spiegano la loro efficacia: essi intervengono nelle variazioni del metabolismo glucidico e nella produzione di insulina e hanno una forte azione anti-ossidante, con importanti effetti benefici sull'organismo.
Ecco i principali:
Riduzione del rischio cardiovascolare e dell'arteriosclerosi
Contrasto di sovrappeso e obesità
Riduzione del rischio-diabete
Azione antinfiammatoria
Se proprio è necessario definire in poche parole il ruolo dei fagioli nella nostra vita, ci sembra molto efficace quanto scrisse Umberto Eco, a proposito dell'invenzione chiave del millennio, in un famoso articolo pubblicato sul New York Times, dal titolo Questo nostro mondo salvato dai fagioli: "Se noi Europei figli di quei nostri antenati ma anche quegli americani, figli dei Padri pellegrini o dei conquistadores spagnoli, siamo ancora qui, questo è dovuto ai fagioli......senza i fagioli la popolazione europea non sarebbe raddoppiata in pochi secoli. Io non conosco la storia dei fagioli in altri continenti, ma certamente, senza i fagioli europei, anche la storia di quei continenti sarebbe stata diversa, così come la storia commerciale dell'Europa sarebbe stata diversa senza la seta cinese e le spezie dell'India".
La storia della pasta e fagioli inizia oltre duemila anni fa: il fagiolo e il grano duro, amanti per contrasto sia per il contenuto dei nutrienti sia per forma che per colore si dettero appuntamento in Italia, alcuni dicono a Roma altri ipotizzano Napoli, per consumare una notte di passione. Il letto di nozze avrebbe dovuto essere appunto una pasta e fagioli. Il grano duro fu il primo ad arrivare sul luogo dell'appuntamento: arrivò intorno al primo secolo a.C. Il fagiolo invece non fu puntuale: viveva in America e fu costretto ad aspettare Cristoforo Colombo che finalmente arrivò esattamente nel 1492. Il fagiolo, grazie alle scoperte geografiche di quell'epoca ed alle imprese dei navigatori spagnoli e portoghesi, riuscì ad imbarcarsi per il vecchio continente solo intorno al 1530.
Nel frattempo il grano duro si consumava in un'estenuante attesa cercando invano di abbellire la mensa degli uomini di potere. Questi due prodotti che un tempo erano considerati alimenti della povera gente, che non poteva permettersi le opulenze delle tavole imbandite da cacciagione e carni di ogni specie, erano in realtà ottimi sostituti di quanto mancava.
I legumi in generale hanno acquisito una rilevanza significativa nella nostra alimentazione soprattutto come veri e propri sostituti delle proteine animali. Di conseguenza mangiare un bel piatto di pasta e fagioli è come fare un pasto completo: abbiamo le proteine vegetali dei legumi e i carboidrati della pasta e abbiamo i grassi dati da un buon giro di olio extravergine di oliva.
Lo zafferano
è una pianta ampiamente utilizzata in ambito culinario, alla quale sono attribuite interessanti proprietà, fra cui spiccano quelle digestive. Infatti, lo zafferano assunto a piccole dosi è in grado di stimolare la secrezione dei succhi gastrici, favorendo, in questo modo, la digestione.
Lo zafferano deve le proprie caratteristiche organolettiche ai derivati della zeaxantina (un carotenoide nonché potente antiossidante).
I carotenoidi, pigmenti colorati dal rosso al violetto, hanno proprietà antiossidanti, sono utili per la prevenzione del cancro e fanno bene alla salute di occhi e vista.
I carotenoidi
sono fonte di Vitamina A e si trovano in tutti i vegetali e in alcune alghe.
Più intenso è il colore, più alto è il livello di caroteni.
Anche cereali, semi e legumi sono buone fonti alimentari di carotenoidi. Fra gli alimenti di origine animale li troviamo nel salmone, nel rosso d'uovo, nel latte e nel pollame.
Fonti supplementari di caroteni derivano dalle alghe, dall'olio di carota e da varie bevande verdi come i germogli d'orzo. Per la salute sembra sufficiente una dose quotidiana di 15 mg di betacarotene.
La vitamina A
è un toccasana per l'organismo: migliora la salute generale di tutto il corpo, rinforza il sistema immunitario, contrastando l'insorgere di infezioni, protegge la pelle, contro acne, eczema e psoriasi, le ossa, i capelli e i denti. La vitamina A è una vitamina liposolubile che deriva da due fonti: i retinoidi e i carotenoidi. I retinoidi si trovano negli alimenti di origine animale, come fegato, uova, latticini; mentre i carotenoidi, come il beta-carotene, si trovano in abbondanza negli alimenti vegetali, come le verdure scure o gialle, carote, zucca, pomodoro.
Anche l'aglio ne è ricco, così come il prezzemolo, la lattuga, il crescione, il tarassaco, gli spinaci e l'indivia.
Tra le verdure che hanno discrete quantità di vitamina A troviamo anche il sedano, i broccoli, i cavolini di Bruxelles e il cavolo.
La frutta colorata ha molta vitamina A: melone, pesche, albicocche, mango, papaia, ciliege e anguria. Ricche di vitamina A sono anche la pappa reale e il polline, il germe di grano, la spirulina, i fagioli corallo, l'olio di fegato di merluzzo e l'olio di soia.